FONDAZIONE SS. ANNUNZIATA
Laboratorio di scrittura collettiva a cura di Federico Berti

AA.VV. – C’è un paesino piccino dell’alta italia, dove invece della bolletta, ti arriva direttamente la ricevuta che hai pagato. In realtà qualcuno ha pagato per te, ma mica succede a uno solo, parecchi! Non lo sa nessuno chi è che paga, nemmeno la conduttrice, vuole essere anonimo. Era su ‘pomeriggio 5’. Poi ce n’è un’altra di storia, che ripiglia questa: due conviventi hanno fatto un bambino e dopo due mesi l’hanno portato all’ospedale che era tutto rotto, è bell’e sordo per le botte che ha avuto, roba che gli farei fare la solita fine a questi, e sarebbe poco. Non l’avevano iscritto neanche all’anagrafe! Allora il benefattore anonimo ha detto ai dottori: fate quello che deve essere fatto, ci penso io al bambino finché son vivo… Il cervello, gli avevano spaccato, anche se guarisce non resta mica normale! Ma lui ha raccomandato di tenerlo per bene, che poi lo mette in una casa di cura. Dei genitori non si sa più nulla, dopo che l’hanno portato in ospedale saranno scappati, se erano in galera si sapeva, chissà dove sono adesso; ma chi l’ha portato all’ospedale quel povero bambino, non ha chiesto i documenti? Mi sembra normale. Strano, perché ora se tu vai nei posti vogliono sapere ogni cosa… Magari l’hanno lasciato lì sullo scalino e via… Però il brav’uomo che l’ha curato non vuol dire chi è, ha ragione perché lo sa quanti ne sortirebbe fuori a chiedere sennò? Non finiresti più di raccogliere e lui non gli rimarrebbero nemmeno gli occhi per piangere, poi son cose personali che io non lo direi mai. Avevo una sorella che è stata adottata, mio padre e mio zio l’hanno considerata come figlia anche se portava un altro cognome, nessuna differenza. La sua mamma non glie l’hanno voluto nemmeno dire chi era, perché faceva la prostituta e non volevano dargli dolore; questo non è un bollettino in posta, ma una vita intera che dedichi a qualcun altro… Anche dopo che si sono sposati. Sono rimasti fratelli. Per me da bambina erano zio e zia, normali anche se un altro cognome, sempre vissuta a casa come di famiglia, non da dire che sei estranea. La beneficienza è silenziosa. Mi ricordo facevano Teleton, una trasmissione che durava due giorni, tanti discorsi però quando gli davo qualcosa non mettevo mica i cartelli. Può essere anche una donna, mica per forza un uomo, se è anonimo non si sa! Certo i professori lo sapranno pure, ma è così che si fa, non dicendolo a nessuno, in silenzio. Può succedere di fare una raccolta, allora si vede, ma in questo caso è diverso; una volta c’era un uomo che risultava nullatenente, andò la finanza e gli trovò dodici quartieri tutti suoi, abusivi e affittati. Pigliava poco, se gli affitti ora son cari che costano anche cinquecento euro, lui s’accontentava di cento, però ho sentito che c’è la criminalità nel mezzo e allora non va più tanto bene, si capisce. Sono pochi i benefattori come quello di prima, di solito uno che li ha se li tiene stretti e sta zitto, o li porta all’estero sperando di non essere scoperto, che i soldi se fanno troppa strada prima o poi li ritrovi; c’è anche quelli che vanno a riscuotere le offerte e poi se le mettono loro in tasca. Hai visto quel prete nell’alta Italia? Ha preso quanto c’era di valore in chiesa e se n’è scappato via. Sono stata anche nell’ambiente dei bambini e colle mamme avevo contatto che anche ora mi vengono a trovare, però di benefattori così non ne ho mai sentiti. Io non sono ricca e non ho nemmeno pancia sicché… Mio padre un tempo ne aveva quattrini, quando eravamo piccoli noi, poi cresciuti si sono allontanati e pure la fabbrica è sparita: lui era un benefattore, dava tanti soldi per le feste alle famiglie che avevano problemi. Andavano là e dicevano: non ce li abbiamo, come facciamo? Ritorniamo a casa? E lui no no aspettate, che ci penso io! A me arriva il calendario di padre Indovino, quello è gratis te lo mandano con la lettera che gli puoi fare un bollettino e dargli quello che vuoi. Mi arriva tutti gli anni. Certo è sempre meglio fare le cose in silenzio; quando si può, perché anche in televisione e tutto un chiedere e non si può mica mandare sempre sennò si finisce noi in malora. Quelli dell’Africa per esempio aiutano di andare avanti se noi gli versiamo dei soldi, poi vediamo dopo quello che hanno fatto: soprattutto scuole, fattorie, pozzi d’acqua, ospedali, qui da noi a Firenzuola c’è un gruppo di giovani che vanno ogni anno e aiutano direttamente loro in prima persona, naturalmente girano i filmati e noi vediamo coi nostri occhi; a cena colle suore ho visto uno di quei video. Uno di loro voleva farsi anche sacerdote, poi ha sposato e continua da laico. Ci sono persone ricche e danno poco, altre povere e danno il che hanno, queste per Gesù Cristo sono le più preziose perché non conta se tanti o pochi, conta la volontà. Don Carlo ha messo una cassetta in chiesa che è murata e là puoi fare l’offerta che vuoi, chi dà cento euro e chi pochi centesimi. Una volta ho conosciuto in spiaggia due neri, insomma mulatti non mi raccapezzo se erano marocchini, non so: delle terre laggiù, uno era venuto per fare i soldi e nell’inverno ritornare a casa e costruire una scuola, l’altro voleva studiare per dottore, ma non chiedevano mica soldi: sei sulla sdraia, passano e ti vendono la roba. Addirittura c’era un bancarello sul bagnasciuga colle pietre buone, la signora ha detto: “La porto dall’orefice a vedere se è buona davvero!”. Poveretti, con quei tappeti addosso, chissà il caldo. Delle persone che dicon la verità sulla beneficenza che danno, ma la maggior parte sono false: su dieci, n’è otto false per conto mio, perché uno che vuole fare davvero, lo fa e zitto. Non ha bisogno di pubblicità, quando lo dice ai quattro venti è segno che non è vero. Poi non è bello fare le cose solo per farsi vedere, colla bocca si può fare tanto male, più che colla spada. C’è di quelli che dammi l’elemosina, dammi l’elemosina, mio marito gli diceva: vieni dentro con me, mi dici che vuoi mangiare e te lo compro. No no, non voglio vestiti, né pane, è segno che voglion soldi per fare altre cose. Ai miei tempi gli bastava il cibo, ora vogliono i soldi e basta. Sai quante volte ho ritrovato il pezzo di pane buttato in terra dietro l’angolo? Il benefattore se chiacchiera vuol dire che non è buono. Il bene si fa, non si dice.